Mixotrofia: una tecnica per crescere le microalghe piú economicamente

La produzione di alghe è un’attività  innovativa e preziosa ma che, solitamente, ha un costo elevato. È possibile incrementare la quantità di massa prodotta e contemporaneamente diminuire il costo di produzione?
Grazie al Dr Fabian Abiusi, Algreen sta portando avanti la ricerca su una tecnica di crescita che potrebbe permettere un aumento fino al raddoppio della quantità di biomassa prodotta, con minore spesa. La nuova soluzione si chiama mixotrofia

Come funziona?

Il processo autotrofo, la fotosintesi, che permette alle alghe di crescere prevede la conversione di luce e CO2 in biomassa e il rilascio di ossigeno come sottoprodotto. L’aerazione è quindi necessaria per fornire CO2 e rimuovere ossigeno. Alcune microalghe possono essere coltivate in eterotrofia, senza luce e usando zuccheri come fonte di carbonio ed energia. In questo processo l’alga consuma O2 e produce CO2. Anche qui l’aerazione è necessaria per fornire O2 e rimuovere CO2. In entrambi i casi l’aerazione richiesta rappresenta un costo di produzione importante.

La mixotrofia combina simultaneamente le tecniche di produzione autotrofa ed eterotrofa di microalghe. Questo fa sì che il sottoprodotto di uno dei processi sia usato come risorsa per l’altro. Grazie agli esperimenti sulla Chlorella sorokiniana e sulla Galdieria sulphuraria in fotobioreattori, il Dr Abiusi ha scoperto che in condizioni di mixotrofia, dosando l’aggiunta di fonte organica di carbonio (e.s. zucchero, acido acetico), è possibile far lavorare il bioreattore senza aerazione. Al posto di fonti organiche di carbonio è poi stato provato l’utilizzo di scarti dell’industria alimentare, di modo da incrementare la sostenibilità della produzione di alghe.

Quanto è possibile risparmiare?

La mixotrofia permette di usare la luce del sole con la stessa efficienza di una coltura autotrofa, aumentando al contempo la produttività in termini di biomassa fino al raddoppio. Secondo le stime del Dr Abiusi, l’aumento di produttività in termini di biomassa e la rimozione della aerazione dimezzerebbero quindi il costo di produzione delle microalghe.